All’interno delle mura del celebre tempio di Shaolin nasce e si sviluppa una delle correnti più note del Kung fu, la corrente originale, quella che prende il nome dal tempio stesso: Il kung fu di Shaolin. Questo monastero è uno dei primi insediamenti buddisti in Cina. Le fonti raccontano della sua costituzione addirittura nel quarto secolo A.C., ma la data ufficiale della sua fondazione si ritiene sia il 377 D.C.. La popolarità del monastero coincise con la venuta del mistico Bodhidharma (Da Mo) nato in India nel 483 D.C. e cresciuto assimilando i precetti del buddismo fino ad essere nominato ventottesimo patriarca del buddismo indiano mahayana.
In quel periodo l’India era considerata centro per eccellenza di spiritualità anche dalla stessa Cina. In virtù degli scambi che si instaurarono tra i due Paesi Bodhidharma, su invito dell’imperatore Liang Wu Ti importò dall’India i precetti del Buddhismo al cospetto della corte imperiale cinese. Siamo negli anni tra il 520 e 527 D.C. , nella capitale di Nanjing (Nanchino), in cui il sovrano si impegnò molto per diffondere i precetti buddisti mahayana nella Cina dell’epoca attraverso l’edificazione di templi e l’ erogazione di aiuti economici verso l’ordine religioso buddista. Storico fu l’incontro tra Da Mo e Liang Wu Ti nel corso del quale l’imperatore poté ascoltare i saggi sermoni del mistico. Tra i due nacque un dibattito in cui l’imperatore rivolse a Bodidharma tre domande. La prima fu:
- “Quanti meriti credi io abbia ottenuto dopo aver promosso tutte queste opere per la diffusione del buddismo in Cina?”
La risposta di Bodidarma fu: “nessun merito”.
Dopo questa risposta l’imperatore, leggermente contrariato, chiese al mistico:
- “Allora qual è il santo significato del Buddismo? “
Bodidharma stupì ancora l’imperatore rispondendo: “le sante verità sono solo formule vuote, in esse non vi è traccia di santità”.
L’imperatore, sempre più contrariato, chiese ancora:
- “Dunque chi sei tu? Chi è colui che mi sta davanti?”
Bodidharma rispose: “Non lo so”.
Bodhidharma si rivolse all’imperatore con risposte apparentemente aspre, sottolineando l’importanza di abbandonare l’ego e il coinvolgimento materiale. L’imperatore non gradì l’orazione poiché non era pronto a cogliere l’insegnamento celato dietro alle parole del mistico e allontanò immediatamente Da Mo il quale, narra la leggenda, si allontanò dalla capitale risalendo il fiume Giallo su una canna di bambù giungendo prima a Luoyang, per poi ritirarsi definitivamente all’interno delle mura del monastero di Shaolin.
Narra la leggenda che per nove anni visse in meditazione in una grotta situata a pochi metri di distanza dal monastero Shaolin nell’area naturale riservata al tempio, sul monte Song. Al suo risveglio dalla meditazione diede origine alle prime tecniche di movimenti corporei che divennero le basi utilizzate dai monaci Shaolin nel corso del loro addestramento, ossia l’allungamento dei tendini (Yi Jin Jing) il lavaggio dei midolli ossei (Yi Xui Jing) e i movimenti dei diciotto Buddha (Shi Ba Luo han Quan).
Da questo particolare connubio tra spiritualità e atto fisico si sviluppa nei secoli il Kung fu dei monaci Shaolin. Il monastero Shaolin è il luogo in cui il kung fu cinese ha raggiunto livelli di sviluppo eccezionali grazie al continuo lavoro di ricerca negli anni dei monaci Shaolin, i quali considerano questa pratica una via verso l’illuminazione spirituale e per questo da perseguire con tutte le forze.
Dentro a queste mura ha origine il ramo Chan del Buddhismo (il cosiddetto Buddismo meditativo silenzioso) che vede Bodidharma come capostipite fondatore. Da Bodidharma si sono susseguiti sei mistici successori in linea di discendenza. Dal sesto in poi le linee di successione si sono allargate fino ad arrivare ai giorni nostri in cui ogni generazione contiene diversi monaci Shaolin. Ad oggi le ultime generazioni sono la trentaquattresima e la trentacinquesima.
Progressivamente il buddismo Chan si espande dal monastero di Shaolin a tutta la Cina. Arriva al Giappone attraverso il bacino costituito dall’isola di Okinawa e viene tradotto nella lingua giapponese in Buddhismo Zen ( precetti adottati nel famoso “codice dei samurai” dai maestri di spada Giapponesi). Il monastero Shaolin e chi pratica ancora oggi questa particolare disciplina all’interno delle sue mura viene considerato dal governo cinese un patrimonio culturale e di tradizioni dell’intera popolazione.